Esistono già varietà di grano geneticamente modificate?
- Sì, in senso lato. Il grano più diffuso in Italia, il Creso, è frutto di una mutazione genetica indotta da bombardamento di raggi gamma. Non è considerato un OGM “moderno” in quanto la modifica non è avvenuta tramite tecniche di biotecnologie.
- Altre varietà OGM di grano sono state sviluppate in altri paesi, come l’HB4 in Argentina, resistente al glufosinate ammonio.
Quali sono i potenziali vantaggi del grano OGM?
- Aumento della resa produttiva.
- Resistenza a erbicidi, facilitando la gestione delle malerbe.
- Resistenza a malattie e parassiti, riducendo l’uso di pesticidi.
- Migliore profilo nutrizionale, con ad esempio un contenuto di amminoacidi più equilibrato.
Quali sono le potenziali preoccupazioni sul grano OGM?
- Impatto ambientale: possibili danni alla biodiversità e contaminazione genetica.
- Impatto sulla salute: dubbi sulla sicurezza alimentare e possibili nuove allergie.
- Potere delle grandi aziende sementiere e controllo del mercato agricolo.
E’ in corso un dibattito acceso tra chi sostiene i potenziali benefici del grano OGM e chi ne teme i rischi. La ricerca scientifica in questo campo è ancora in corso e sono necessari ulteriori studi per valutare appieno gli impatti a lungo termine.
In Italia la coltivazione di OGM è vietata, ma il grano Creso è stato esentato da questa legge in quanto non considerato un OGM “moderno”.
Il grano e le multinazionali: un rapporto complesso
Il commercio globale del grano è dominato da un numero ristretto di multinazionali, che controllano una grande quota del mercato e influenzano il prezzo e la distribuzione di questo alimento fondamentale.
Le principali multinazionali del grano:
- ABCD: Archer-Daniels-Midland (ADM), Bunge, Cargill e Louis Dreyfus Company. Sono conosciute come le “四大糧商” (四大粮商) e controllano circa il 70-80% del commercio mondiale di grano.
- Altre grandi aziende: Glencore, Viterra, COFCO, CHS Inc., Gavilon, Toepfer International.
Le loro attività:
- Acquisto e vendita di grano da e per diversi paesi.
- Stoccaggio e trasporto del grano.
- Trasformazione del grano in prodotti come farina, pasta e pane.
- Produzione di biocarburanti a base di grano.
Il loro impatto:
- Potere di mercato: le multinazionali possono influenzare il prezzo del grano, determinando un impatto sui consumatori e sui piccoli agricoltori.
- Speculazione: alcune multinazionali sono state accusate di speculare sul prezzo del grano, creando instabilità nei mercati alimentari.
- Controllo delle risorse: le multinazionali controllano una grande quantità di terreni agricoli e sementi, aumentando il loro potere nel sistema alimentare.
Preoccupazioni:
- Dipendenza dalle multinazionali: la concentrazione del potere nelle mani di poche aziende può creare vulnerabilità nel sistema alimentare globale.
- Sostenibilità: le pratiche agricole utilizzate dalle multinazionali possono avere un impatto negativo sull’ambiente e sulla salute dei lavoratori.
- Equità: le multinazionali sono spesso accusate di sfruttare i piccoli agricoltori nei paesi in via di sviluppo.
Esistono alternative?
- Sostenere l’agricoltura locale e biologica: per ridurre la dipendenza dalle multinazionali e promuovere un sistema alimentare più sostenibile.
- Promuovere la trasparenza e la regolamentazione del mercato del grano: per evitare speculazioni e abusi di potere.
- Sostenere le iniziative che promuovono l’equità e la sovranità alimentare: per garantire che tutti abbiano accesso a cibo sano e nutriente.
Il tema del grano e delle multinazionali è complesso e richiede un dibattito pubblico aperto e informato. È importante essere consapevoli del potere delle multinazionali e delle loro attività, e di come queste possono influenzare il sistema alimentare globale.
Il grano Terminator: una tecnologia controversa
Il grano Terminator, noto anche come “Tecnologia di Protezione della Tecnologia Terminator” (TT Tecnologia), era una tecnologia genetica brevettata che rendeva i semi sterili dopo un solo raccolto.
Come funzionava:
- I semi Terminator erano geneticamente modificati per includere un gene “suicida” che attivava la produzione di una tossina letale per l’embrione della pianta durante la germinazione.
- Questo impediva ai semi di riprodursi e richiedeva agli agricoltori di acquistare nuovi semi ogni anno dalle aziende sementiere detentrici del brevetto.
Obiettivi:
- Proteggere la proprietà intellettuale delle aziende sementiere.
- Aumentare le vendite di semi.
- Ridurre la pirateria di semi.
Preoccupazioni:
- Controllo delle sementi: il potere sarebbe stato concentrato nelle mani delle grandi aziende sementiere, con possibili conseguenze negative per gli agricoltori.
- Biodiversità: la diffusione del grano Terminator poteva ridurre la diversità genetica del grano.
- Dipendenza economica: gli agricoltori sarebbero stati costretti a dipendere dalle aziende sementiere per l’acquisto di nuovi semi ogni anno.
Sviluppo e controversie:
- La tecnologia Terminator è stata sviluppata dalla Monsanto negli anni ’90.
- Ha suscitato forti critiche da parte di organizzazioni ambientaliste, agricole e di sviluppo.
- Nel 2000, la Monsanto ha annunciato che non avrebbe commercializzato il grano Terminator a causa delle pressioni internazionali.
Esistono alternative?
- Si stanno sviluppando nuove tecnologie di protezione delle sementi che non implicano la sterilità dei semi.
- Promuovere l’uso di sementi autoctone e varietà di grano non brevettate.
- Sostenere sistemi di agricoltura sostenibile che non dipendono da sementi brevettate.
Il dibattito sul grano Terminator è ancora in corso. È importante essere consapevoli dei potenziali rischi e benefici di questa tecnologia e di come potrebbe influenzare l’agricoltura e la sicurezza alimentare globale.